Il Comune è passato da 219 a 324 giovani richiedenti asilo assistiti e ora le strutture della provincia sono tutte esaurite. Il sindaco: «Sono in carico a noi, ma dobbiamo spostarli lontano. Così è inutile». Le domande dei ragazzi: «Possiamo lavorare?»Il telefono deve essere sempre acceso. Turno di notte, reperibilità continua. «Quando suona, allora significa che è arrivato un altro ragazzino. Un altro minore solo non accompagnato».
Il sindaco Gianluca Galimberti è preoccupato: «Abbiamo messo ulteriori brandine nelle nostre strutture, abbiamo cercato posti in tutte le comunità della provincia. Ma è del tutto evidente che non ci sono più posti. Ecco perché siamo costretti a mandare i ragazzini lontani da qui. Questo non è un modo serio per affrontare un problema complesso e epocale come quello che ci troviamo davanti».
Molti sindaci sono d’accordo. E lo è, a maggior ragione, il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti: «Serve un piano di accoglienza molto più strutturato. Non si può affrontare un fenomeno così complesso in modo sempre emergenziale. Serve più coordinamento. Serve più programmazione. Serve una più equa distribuzione degli impegni. Tutti i comuni devono essere coinvolti. Non è giusto appoggiarsi sempre su quelli che hanno dimostrato il loro impegno.
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