Genova per lei, che non sta in fondo alla campagna ma in una città che ha davvero «il sole in piazza rare volte e il resto è pioggia che la bagna», come canta Paolo Conte, Genova, si diceva, è quel treno che ogni venerdì pomeriggio da Milano la porta non lontano dal capoluogo ligure, destinazione Recco, luogo del cuore e non solo di focacce al formaggio e trofie al pesto.
, una rarissima condizione genetica, descritta per la prima volta nel 1961, contraddistinta da difficoltà nella crescita e problemi intellettivi e fisici, che causano disabilità anche molto gravi. Ha appena compiuto trenta anni ed è stata assunta da Esselunga quasi dieci anni fa: «Mi piace molto lavorare anche perché tutti mi vogliono bene».
, la vita con i suoi punti fermi. Manuela e i ricordi che hanno tante mamme di figli con sindromi o malattie rare, in mezzo la fede in Dio a indicare la strada: «Partivo da non sapere nulla e mi affidavo a una coscienza più grande. Andavo affidandomi e ogni volta scoprivo qualcosa. Mi ha aiutato parlare con le amiche, far parte di una comunità». Era appena nata e rifiutava il latte e lo rimetteva: «Continuava a non crescere. Mi dicono: prova con latte e carote.
, gli impegni e le prime volte che Ceci si è messa alla prova uscendo da sola, con mezzi pubblici e treni, l’autonomia si conquista anche così: «Mi rendo conto di tutto quello che ho con lei qui e mi dico: che fortuna per me».
Grazie Cecilia
Grazie davvero
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