La buona notizia è che possiamo continuare a vederci ai funerali. Al ristorante in pratica no.
Così il coronavirus si può diffondere a tavola in 30 minuti se c'è un caso positivo: l'esperimento giapponese Ah, come è specificato dalle linee guida, i clienti però potranno non indossare le mascherine quando consumeranno il pasto. Meno male. Nella società distopica che ci sta confezionando il coronavirus, i riti conviviali della tavola diventano il paradigma della nostra solitudine, dove l’unica parola che conta è quella fredda e incomprensibile della burocrazia. Per fortuna ci possiamo vedere ai funerali. In 15, non di più. E deve morire un parente, nella stessa regione.
Così, non dobbiamo stupirci troppo se il barbiere potrà «privilegiare la conversazione con il cliente tramite lo specchio», perché, in questo mondo autistico che ci ha imposto l’epidemia, quello specchio raffigura perfettamente la distanza sociale e l’isolamento che potrebbero appartenere già al nostro futuro. Tutto dobbiamo fare da soli.
Il problema è se hai famiglia. Ci sono un po’ di regole da seguire, che rischiano di far passar la voglia. La prenotazione è obbligatoria, «anche per fasce orarie». Poi, vanno differenziati i percorsi di entrata e uscita, «prevedendo una segnaletica chiara», che forse vorrà dire che non puoi scrivere ingresso sul cartello, ma proprio entrata.
Occorre solo del sano buon senso da parte di tutti noi...purtroppo scarseggia!
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