Meno 40% delle precipitazioni. In crisi i gestori di impianti sciistici, ma il conto più salato potrebbe arrivare con l’estate
“È un anno disastroso, una rimessa totale, totale. Noi avremo perso quasi 2 milioni di euro di incassi. Ad oggi siamo riusciti ad aprire due piste. Il 90% della stazione resta chiusa”. Dalla finestra del suo ufficio Giancarlo Bartolotti vede i pendii ricoperti di neve fresca. È la terza nevicata dell’intera stagione. “Sono caduti 15 centimetri di neve, ma una volta battuti con i gatti ne resteranno 5 centimetri”, commenta il presidente della Monte Magnolia Impianti S.r.l.
“Tra personale addetto alla stazione, gattisti, maestri di sci, gestori di rifugi e albergatori qua lavorano circa 250-300 persone, ma quest’anno in molti sono rimasti a casa perché non c’è neve”.Gennaio 2024 ha conquistato il poco invidiabile record di “gennaio più caldo da quando vengono rilevate le temperature”. L’inverno 2023/2024 rischia di passare alla storia come uno dei più secchi nella storia dell’Appennino.
“La siccità fa parte dei cicli di vita della Terra”, chiarisce Giulio Boccaletti, direttore scientifico del Centro euro mediterraneo sui cambiamenti climatici di Bologna . “Non esiste un mondo in cui le alluvioni non succedono o le siccità non succedono. Il punto è che in questo momento noi stiamo soffrendo più di quanto non dovremmo”.
“Negli ultimi 20 anni c’è stato un aumento dei periodi di scarse o scarsissime precipitazioni che hanno interessato più mesi consecutivi”, aggiunge Emanuele Romano.
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