Allarme dalla Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre: «Con il nuovo governo quelle aree rischiano di essere penalizzate nonostante la metà del Pil arrivi da lì»Per la CGIA di Mestre, il rischio è concreto che il profondo Nord finisca ai margini dell’azione del nuovo Governo Conte. Questo nonostante dall’area settentrionale del Paese arrivi quasi la metà del Pil.
«Stando ai numeri – esordisce il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – quasi la metà del Pil, del gettito tributario, degli occupati nelle imprese private e degli investimenti complessivi del Paese è generata da queste sei regioni del profondo Nord. Oltre a ciò, ricordo che quasi il 60 per cento delle esportazioni italiane è realizzato in questi territori che, ormai, si sentono più in sintonia ed integrati con la Baviera o Francoforte che con Roma».
Il rischio che le distanze tra l’area più produttiva del Paese e i palazzi romani aumentino è molto concreto. Tuttavia, questo non significa che il Nord sia politicamente un monolite ad appannaggio della Lega e del centrodestra. Afferma il segretario Renato Mason: «Città importanti come Torino, Milano, Brescia, Bergamo e Padova, ad esempio, sono guidate da sindaci pentastellati o di centrosinistra.
Oltre al taglio delle tasse e a una ripresa degli investimenti infrastrutturali, il Nord guarda con particolare attenzione anche al tema dell’autonomia differenziata.
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