Gente che non alzò un dito quando si trattava di difenderne nella bufera giustizialista la funzione costituzionale, l’impatto reale e storico nella vita italiana, la dignità e il valore come strumenti decisivi della democrazia delegata, ora invoca contro la prospettiva di Draghi al Quirinale la sovranità dei partiti.
ma allora qui si vuole andare verso un “presidenzialismo di fatto”, allora riaffiora lo spettro dell’uomo solo al comandoAbbonati per continuare a leggereLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Tranquilli, dal Quirinale (da ridere) garantirà i partiti (per alcuni 'partitocrazia') lasciando (da piangere) De Gaulle ai francesi, secondo l'adagio: 'Franza, purché se magna!'.
Fosse vero! Sarebbe un rischio ('ragionato') da correre... Fa ridere, ma anche piangere, perché è invece la quintessenza del nostro 'Deep State'. 'Promoveatur ut removeatur', gattopardescamente... e con autodeterminazione!
TU CHI VUOI...DICCI DICCI...SIAMO TUTTI CURIOSI. NON SAPETE NEANCHE COSA SIA UNA VERA REPUBBLICA... E PRENDETE GLI STIPENDI DI PARTE...GLI STIPENDI A GENTE PULITA...IL CALENDARIO DI FRATE INDOVINO.
È proprio tutto il contrario. Non vogliamo Draghi al Quirinale perché il presidente della repubblica ha poteri molto più limitati di quelli del presidente del consiglio. Meglio un uovo oggi che una non gallina domani.
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