Il dopo-Boccia è già iniziato, anche per il presidente uscente di Confindustria. Mentre i possibili candidati alla successione al vertice di viale dell’Astronomia iniziano a farsi avanti e a fare i conti con rapporti di forza e possibili alleanze, Vincenzo Boccia prepara a sua volta il “dopo” e da uomo del Sud guarda al Mediterraneo, ma non solo.
La prossima primavera scadono infatti i quattro anni del suo mandato, anni contrassegnati da un rinnovato rapporto con Cgil Cisl e Uil, con cui un anno fa Confindustria ha siglato il Patto della fabbrica, e da alti e bassi con la politica. Rapporti buoni coi governi di centrosinistra, coronati ai tempi di Gentiloni dal varo del maxipiano a favore di Industria 4. 0, e a corrente alternata con l’esecutivo gialloverde che lo ha spesso costretto ad un difficile slalom tra Di Maio e Salvini.
Adesso che mancano dieci mesi alla fine dell’incarico, Boccia – salernitano, classe 1964, ad del gruppo di famiglia ed una lunga esperienza all’interno di Confindustria, dalla vicepresidenza dei Giovani nel 2000 alla guida della Piccola Industria nove anni dopo – guarda oltre.
La scelta di Roma, non è stata «facile, né scontata», spiegano a viale dell’Astronomia. Il risultato è il frutto del riconoscimento che i colleghi magrebini hanno voluto tributare alla Confindustria italiana e del lavoro «di connessione» e «valorizzazione» dei rapporti tra le due sponde del “Mare Nostro” portato avanti da Boccia in questi anni.
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