Due donne denunciano violenza, le giudici credono al loro racconto che ritengono pienamente attendibile ma l’imputato viene assolto perché il fatto non costituisce reato. Ovvero:. In un caso perché si è trattato solo di uno “scherzo”. Nell’altro perché la vittima ha impiegato 30 secondi per reagire. Sentenze che confermano come in Italia per combattere la violenza contro le donne non servano leggi nuove, ma l’applicazione di quelle esistenti.
Inoltre – continua la sentenza – appare verosimile che lo sfioramento dei glutei sia stato causato da una manovra maldestra dell’imputato. “La repentinità dell’azione, senza alcuna insistenza nel toccamento, da considerarsi quasi uno sfioramento”, il luogo e il tempo della condotta – scrivono i giudici – “non consentono di configurare l’intento libidinoso o di concupiscenza generalmente richiesto dalla norma penale. Appare, pertanto, convincente la tesi difensiva dell’atto scherzoso”.
“, sottolinea Teresa Manente, avvocata di Differenza donna che dopo l’assoluzione dell’ex sindacalista a Busto Arsizio ha fatto appello, insieme alla stessa procura.
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