TORINO. Dodici misure cautelari sono state eseguite nei confronti di altrettanti italiani, romeni e nordafricani nell'ambito di un'indagine della polizia stradale su un giro di riciclaggio di auto dal Piemonte al Marocco. Sette persone sono finite in carcere, altre tre ai domiciliari, mentre nei confronti di due componenti della banda è stato disposto l'obbligo di firma.
L'inchiesta è coordinata dalla procura di Torino. Le vetture rubate - Fiat, Audi, Mercedes, Bmw e Jeep - venivano smontate a pezzi da alcuni autodemolitori dell'hinterland torinese. Il materiale veniva poi ceduto a carrozzieri maghrebini che, con autocarri e container, li inviavano illegalmente in Marocco per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio.
Il motore e i vari pezzi di carrozzeria erano infatti già stati caricati, insieme ad altri pezzi di una vettura Audi A4, anch’essa rubata pochi giorni prima a Torino, all’interno di un autocarro Iveco Daily di proprietà del carrozziere nordafricano H. M. 36 anni, che però si era dichiarato estraneo ai fatti sostenendo di aver noleggiato quel veicolo a un cittadino congolese residente in Spagna, esibendo tanto di contratto e documenti di guida.
Da lì sono poi partite le indagini, con gli investigatori che hanno focalizzato l’attenzione in particolare sull’autocarro Iveco Daily. E sono stati scoperti i vari collaboratori del magrebino. Le indagini hanno condotto la polizia fino al porto di Savona e poi al porto di Genova, dove sono stati sequestrati un autocarro e un container pieni di motori e parti di carrozzeria relativi a 32 veicoli rubati nel Torinese.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal gip del Tribunale di Torino, relativamente a 16 capi di imputazioni riguardanti la ricettazione di 32 autovetture, del valore commerciale di circa 400 mila euro. Un’informazione seria, libera, competente e autorevolePerché La Stampa è il quotidiano su cui ho imparato a leggere. La famiglia di mia mamma era di Torino. Una copia era sul tavolo, tutti i giorni.
Chiamate la lamorgese
I container ed i box erano magrebini anch'essi? chiedoperunamico
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Era intestatario di oltre 200 auto Usate come “arieti” nei colpi in bancaASTI Avevano un unico intestatario i veicoli usati come ariete in cinque colpi compiuti nell'ultimo anno in quattro province. Mezzi e targhe prova fittiziamente intestate ad un anziano albese, Nicola G., 80 anni, morto poco prima che si chiudesse l’inchiesta della procura di Asti (pm Daviode Lucignani). E’ stato arrestato Nico Halilovic, 23 anni, slavo di etnia rom domiciliato al campo di via Guerra ad Asti. Sarebbe l'autore di furti e spaccate ad agosto utilizzando i veicoli intestati all'ex commerciante. Questo il risultato di una accurata indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Alba (in collaborazione con i militari di Asti) che sono riusciti a risalire ad una sessantina di veicoli e targhe prova intestati al prestanome. Si tratta solo dei mezzi che Grassi si era intestato dal 2015, ovvero da quando aveva cessato ufficialmente l'attività con sede in una villetta alla periferia di Asti. Complessivamente sono stati oltre 200 i mezzi che al Pubblico registro automobilistico erano stati associati al suo nome od a quello della sua ditta. Autoveicoli e targhe prova che sarebbero stati intestati sottraendo denaro alle casse dello stato, beneficiando di indebite agevolazioni tanto che erano state ipotizzate a carico delll’anziano le accuse di falso ideologico e truffa e l'autorità giudiziaria aveva predisposto il blocco dei conti correnti per l'ammontare della somma evasa (circa 16 mila euro). E' invece di furto l'accusa mossa ai danni del giovane rom attualmente in carcere perchè sospettato di cinque colpi. Il primo ad agosto 2019 con una «spaccata» a mezzogiorno in un'attività commerciale alle porte di Alba, lungo via Asti. Un bottino di 5 mila con una Fiat Punto usata come ariete per sfondare la vetrina e poi darsi alla fuga tra i noccioleti, dove venne poi abbandonata. I Carabinieri del Radiomobile intervennero e fecero scattare le indagini che hanno portato alla luce come l'anziano proprietario - che negli interrogatori accusava vuoti di memoria - fosse Con tutta la tecnologia e i possibili controlli che ci sono, com'è possibile?
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