Nel centro di Roma , un commando dei Gruppi di azione patriottica organizzati dal Partito comunista compie un attentato contro una colonna di 156 soldati del battaglione Polizeiregiment Bozen. Una carica esplosiva collocata su un carro della spazzatura causa la maggior parte delle vittime; subito dopo alcuni partigiani, piazzati in una via laterale, effettuano un attacco a fuoco contro i soldati tedeschi . Nell'azione nessun partigiano rimane ferito.
Muoiono 33 soldati nazisti e due civili sono uccisi dai tedeschi che indirizzano gli spari verso le finestre dei palazzi. La reazione delle autorità italiane della Rsi è immediata. Le autorità italiane della Rsi cooperano con straordinaria sollecitudine, a cominciare dal ministro dell'Interno Guido Buffarini Guidi, sino al questore di Roma, Pietro Caruso, che con il tenente colonnello delle SS redige la lista di 330 persone da eliminare sulla base, come convenuto in quel momento, di 10 italiani per ogni tedesco caduto, anche se poi le persone uccise alla fine risultano 335
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