A marzo 5,4 milioni di famiglie con figli che ricevono l’assegno unico universale avranno una nuova mensilità, adeguata al costo della vita. La rivalutazione annuale in base all’indice di inflazione è prevista dal testo di legge che ha istituito l’assegno unico – il dlgs 230/2021 - e l’Inps ha deciso di adeguare le erogazioni a partire dal mese di febbraio, mentre la quota rivalutata di gennaio verrà saldata con il pagamento di marzo.
Le tabelle con i nuovi importi per il 2023 saranno pubblicate dall’Inps nei prossimi giorni, ma come anticipato dal Sole 24 Ore, il tasso di rivalutazione sarà dell’8,1%, definito d’intesa con il ministero delle Finanze in linea con la variazione media annua dell’Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati di Istat.
L’Inps fa sapere che l’adeguamento è stato applicato sia sugli importi base dell’assegno unico previsti per ciascun figlio sia sulle soglie Isee che modulano gli importi. La quota minima sale a 54,1 euro dalla precedente di 50 euro, mentre quella massima è ora di 189,2 euro, mentre prima era di 175 euro.
L’innalzamento della soglia minima Isee a 16.215 euro aumenterà ulteriormente il numero di figli raggiunti dalla quota massima dell’assegno, oggi oltre quattro milioni di figli, pari al 47% dei beneficiari. Da febbraio circa la metà dei beneficiari sfiorerà i 190 euro per figlio: un altro 22,3%, invece, che finora ha ricevuto la quota minima a causa di un Isee oltre i 40mila euro oppure in assenza di un Isee in corso di validità, arriverà a prendere 54,1 a figlio.
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