A sconvolgere questo tran tran, in ottobre, arriva il ritardo del ciclo. Un ritardo sempre più angosciante, che la induce ad andare da un ginecologo, il dottor N. Da qui inizia un crescendo di ansia, solitudine , urgenza di affrontare il problema mentre il tempo passa. Una soluzione normale per chi, come lei, non vuole tenere il bambino, non esiste.
Pagina dopo pagina, ci si chiede come sia stato possibile arrivare così tardi – almeno in Paesi cosiddetti avanzati - a una regolamentazione che impedisca una simile barbarie. Ed è il suscitare questa consapevolezza, il far pensare al lettore “mai più” il vero obiettivo di Ernaux, come sembra voler sottolineare lei stessa, e che forse differenzia questo libro dagli altri dove ugualmente l'autrice ha scavato nel proprio passato senza reticenze, mettendosi a nudo.
Annie non ha mai più rivisto la signora P.-R., non ha «mai smesso di pensare a lei». Per anni «la notte tra il 20 e il 21 gennaio è stata un anniversario».
L'omicidio premeditato di un bambino, non è una conquista è una barbarie. Tutto il resto solo chiacchiere vuote. Non c'entra né il diritto delle donne né il loro corpo, è semplicemente un'altra persona a cui viene impedito di nascere e vivere.
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