. Diciassette anni dopo la sua prima vittoria in uno Slam, avvenuta al Roland Garros nel 2005,
. Rieccolo, dunque, Nadal che con le mani si nasconde gli occhi pieni di lacrime e di una gioia che si merita tutta. Pochi giorni prima della trasferta non pensava di riuscire a partire per Melbourne, non si sentiva in forma: troppo tempo fuori dal campo, troppo dolore cronico addosso, soprattutto troppe poche vittorie, Barcellona, Roma e nient’altro. Tutto il resto dell’anno è stata una delusione.
. Nadal è ancora troppo: “I grandi campioni come lui, ti tolgono sicurezza, sanno dove farti male e insistono Basta un attimo per perdere il filo della partita, e una volta che l’hai perso non lo ritrovi più”.e parte del team dell’altoatesino da sempre, commenta così la resistenza di Nadal e dei suoi colleghi, il motivo per cui per la settantesima volta in settantuno tornei uno tra i Fab3 è in finale in uno Slam.
. “Riccardo Piatti ha sempre detto che a Jannik sarebbero servite 150 partite per raggiungere il livello dei primi tre giocatori al mondo. Per adesso siamo a quota 120, manca ancora qualche match”, continua Zimaglia, sempre presente nel box di Sinner che in Australia ha raggiunto per la seconda volta in carriera i quarti di finale, dove ha perso contro Stefanos Tsitsipas.
Quando no vedo mi viene voglia di dormire !
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