Addio a Philippe Daverio, con un “filo di lana” enfatizzò in una mostra il saper fare biellese

L’evento, nel 2005, fu allestito su tre sedi espositive e sul Giornale dell’Arte fu considerato fa i migliori 10 in Europa. Il ricordo di Luciano Donatelli e di Cracking ArtSul numero 246 del mensile «Il Giornale dell’Arte», la sua mostra risultava al 10° posto tra gli allestimenti più apprezzati in tutta Europa.

«Abbiamo lavorato un anno e mezzo gomito a gomito - ricorda Donatelli -. Philippe era un amico, ci frequentavamo prima e abbiamo continuato a frequentarci anche dopo la collaborazione. La notizia della sua morte è stato come perdere un pezzo della mia vita. Lo incontrai a Milano quando lui era assessore e quando fu il momento di progettare la mostra lo scelsi perché era un uomo straordinario, una mente vulcanica.

Da curatore di mostre e conduttore tv, con «Il filo della lana» Daverio era diventato l’«architetto» dell’evento e il coordinatore di un gruppo di 60 persone che erano in continuo fermento creativo. I suoi papillon, la sua parlata con la erre strascicata, ma soprattutto la sua profonda conoscenza dell’arte hanno lasciato un’impronta indelebile anche fra i collezionisti lanieri.

«Per noi Daverio è stato il punto di partenza – ricorda Kicco della Cracking Art -. La nostra prima installazione vera e propria fu organizzata con lui a Milano, quando era assessore alla Cultura. Gli proponemmo i delfini dorati che furono messi all’arengario di Palazzo Reale in piazza Duomo. Un padrino di un’avventura bellissima. Sapevamo che amava i dolci e gli portammo una scatola di canestrelli.

«L’avevo coinvolto nei miei ultimi progetti - conclude Donatelli -. Aveva uno spirito incredibile e quando parlava di noi biellesi citava sempre una frase di Gianni Agnelli: “voi siete coperti di polvere sabauda ma vi basta una spolverata per far emergere grandi qualità e una ricchezza umana inaspettate”».

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