Il terrorismo e la povertà non sono scomparsi, ma gli abitanti sperano di poter tornare a una vita normale. Un reportage dalla capitale della SomaliaIl vento a Mogadiscio non porta il fresco. Ti colpisce con un’ondata di caldo soffocante, mentre i granelli di sabbia si attaccano ai volti, si depositano sui vestiti delle donne, s’infilano negli ingranaggi dei, i risciò a tre ruote, facendo svolazzare per le strade gli onnipresenti sacchetti di plastica.
Ma è difficile non cominciare parlando delle questioni di sicurezza che, come il clima, caratterizzano inequivocabilmente la vita della città. È per la mancanza di sicurezza se le belle spiagge sabbiose di Mogadiscio non attirano i turisti occidentali come quelle dell’Egitto o di Zanzibar. Se le periferie pullulano di baraccopoli. E se milioni di giovani sono fuggiti in Svezia, Norvegia, Canada, Stati Uniti o Australia. La Somalia è uno dei paesi più poveri del mondo.
Poco prima del mio arrivo a Mogadiscio, i jihadisti hanno attaccato una base della polizia militare nel distretto di Kahda uccidendo, secondo i mezzi d’informazione locali, nove soldati. Pochi giorni dopo un kamikaze si è fatto esplodere davanti all’ingresso dello stadio, che ospitava un incontro del campionato di calcio per la prima volta in decenni.
È confortante sentire ogni tanto qualche storia di successo. Amina Sheikh Hassan, vicedirettrice dell’ospedale pubblico per madri e bambini Banadir – il più grande del paese – dice che a dicembre sono nati novecento bambini. “Ogni settimana forniamo assistenza a 150 bambini malnutriti. Alcuni hanno il colera, il morbillo o la polmonite. Curiamo tutti gratis. Mancano ancora parte delle attrezzature mediche, ma i partner internazionali ci stanno dando una mano”.
Ma in fondo questa è Mogadiscio. Non si sa mai se le cose stiano davvero andando per il meglio o se si tratti solo della calma prima della tempesta. Tutto cambia come in un caleidoscopio. Perché oggi il governo controlla un quartiere, domani un altro.
In alcune regioni della Somalia, la temperatura media annua si sta avvicinando ai trenta gradi. Entro il 2050 potrebbe aumentare di 1,5-2,3 gradi rispetto all’epoca preindustriale. Gli effetti sono già drammatici. L’atmosfera di Mogadiscio è in netto contrasto con quelle di città come Niamey, in Niger, o Port-au-Prince, ad Haiti, altre capitali di paesi poveri che ho visitato in passato. Là le persone stavano sedute per ore all’ombra in qualche piazza, cedendo all’apatia. A Mogadiscio, invece, quasi tutti vanno da qualche parte, guidano un, vendono qualcosa, anche un brandello di carne ricoperto di mosche, cercando di strappare un dollaro o due al destino.
Italia Ultime Notizie, Italia Notizie
Similar News:Puoi anche leggere notizie simili a questa che abbiamo raccolto da altre fonti di notizie.
Fonte: SkySport - 🏆 33. / 53 Leggi di più »
Fonte: calciomercatoit - 🏆 38. / 51 Leggi di più »
Fonte: ilpost - 🏆 7. / 83 Leggi di più »
Fonte: MarieClaire_it - 🏆 28. / 62 Leggi di più »
Fonte: fattoquotidiano - 🏆 45. / 51 Leggi di più »
Fonte: Corriere - 🏆 2. / 95 Leggi di più »