Vincenzo Esposito, Assago, 1991

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21 maggio 1991. Quinta e decisiva gara delle finali scudetto del campionato italiano di pallacanestro. Pur di veder vincere la sua città, un ragazzo è disposto a rovinarsi la carriera.

21 maggio 1991. Quinta e decisiva gara delle finali scudetto del campionato italiano di pallacanestro. Chi vince è campione. Da un lato i padroni di casa dell’Olimpia Milano, dall’altro la Juvecaserta. Nella bacheca della prima ci sono 24 scudetti, 3 coppe dei campioni, 1 coppa Korac, 3 coppe Italia e una coppa intercontinentale. In quella della seconda, solo una coppa Italia. Corazzata contro cenerentola. Ma anche nord contro sud, e non solo come sede sociale.

Sulla panchina di Milano, invece, c’è Mike D’Antoni: un passato recente da giocatore idolo dei tifosi di Milano e un futuro da allenatore di altissimo livello negli Stati Uniti. La stella della squadra è Antonello Riva, “Nembo Kid”, il miglior marcatore della storia del campionato italiano.A essere precisi, non si tratta esattamente di uno scontro tra Davide e Golia. Nella stagione in corso le due squadre sono state praticamente alla pari.

Anche la diretta dell’incontro che decide il campionato 1990-1991 parte col piede sbagliato. La Rai si collega da Assago a gara iniziata, con Caserta partita fortissimo e già in vantaggio per 9-0, unL’andamento è chiaro, ma l’esito non è scontato. Caserta è quasi sempre in vantaggio, ma Milano insegue a breve distanza, pronta a superarla in volata. Gentile deve riposare alcuni minuti per non caricarsi di falli.

Il gioco riprende. Sergio Donadoni, entrato al posto di Esposito, segna gli unici due punti della sua partita dalla lunetta. Replica subito Vincent, realizzando a sua volta due tiri liberi e riportando lo svantaggio di Milano a soli tre punti. Il momento è delicatissimo, l’inerzia può passare facilmente a favore della squadra di casa. È lì che i telecronisti passano la linea all’inviato a bordo campo Franco Lauro, futura prima voce del basket Rai, da poco scomparso.

 

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