Basta poco per innamorarsi: sembra che questo teatro - vento incluso - sia lì per te e una parete di Kimolos lo ricorda con il suo murales: “Kimolos mou, paradise mou”. E se vorrete altra meraviglia, a poche miglia marine - basta un’escursione in giornata - c’è l’isola di Polyaigos, abitata da una sola persona, un pastore che si prende cura dell’unica chiesetta: cielo e mare si confondono, e le falesie di roccia candida paiono camminare sulle acque.
Le evidenze archeologiche testimoniano la presenza umana fin dal tardo Neolotico. Nell’antichità, l’isola, per il sottosuolo e i suoi fichi, era snodo di commerci e traffici: faceva parte della Lega delio-attica e le sue strutture erano modellate sulla democrazia ateniese.
Di quella civiltà resta poco ma ancora ben visibile. Basta farsi guidare dal blu: un bagno alla spiaggia di Mavrospilia, a Hellinika o nella piccola isola di Agios Andreas. I resti della città di età classica e gli avelli delle tombe sono sommersi dall’acqua perché isola e terraferma erano un tutt’uno in antico, probabilmente separate da un qualche evento sismico.
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