delle grandi città, che hanno registrato un overbooking in sede di iscrizione e che - per problemi di spazio - stanno respingendo al mittente le richieste di centinaia di famiglie. Senza un intervento per ridurre il numero massimo di alunni per classe e dando per scontato che anche a settembre dovremo convivere con le regole di distanziamento anti-Covid un aiuto decisivo per il ritorno alla normalità può arrivare proprio da uno sprint dei cantieri nelle scuole.
Ad esempio di quelli già partiti. E poi di quelli che saranno aperti in virtù dei decreti ministeriali citati poc’anzi. Nel caso del i lavori andranno affidati entro 11 mesi se esiste un progetto esecutivo, 14 se ce n’è uno definitivo e 17 se si è ancora allo studio di fattibilità .
E anche dal presidente dell’Unione delle province , Michele de Pascale, giunge ottimismo: «Il ministro Bianchi con questi fondi ci ha dato la prima occasione veramente concreta per far fare un passo in avanti alle scuole superiori italiane. Noi ci crediamo al punto da avere sottoscritto un protocollo con Cassa Depositi e prestiti per aiutare le Province dalla progettazione alla messa a terra degli investimenti.
Piano nazionale di ripresa e resilienza che, in base alle schede inviate in Parlamento la settimana scorsa, porterà in dote 7 miliardi tra riqualificazione dei vecchi edifici e costruzioni di nuovi. Un treno che non possiamo perdere.
Diviso le circa 41.000 scuole statali c'è appena il necessario per una imbiancata e forse nemmeno per quella. Servirebbe almeno il triplo per interventi strutturali che portino gli attuali edifici ad un livello di minima decenza.
Quasi tutti al nord. Ditelo!
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