Jerome Dreyfuss con le sue creazioni. Foto Sandrine Roudeix -Figaro Photo Getty ImagesQuesta non è un’intervista di moda. Per carità, ringard!, ripete Jérôme Dreyfuss. Le sfilate, le riviste, le catene di abbigliamento di finto lusso, le svendite, un gigantesco carrozzone di affari e finzione dal quale il raffinato creatore di borse francese vuole scendere: «Che cattivo gusto!». «Ci sono maison che fanno business e altre che fanno artigianato.
Senza, però, prendersi troppo sul serio, anche quello sarebbe ringard: «Pensate alle donne in prima linea ai défilé vestite da alberi di Natale sempre al telefono perché bisogna farsi vedere impegnati…». Al contrario, dice Jérôme Dreyfuss, sorridendo dallo schermo del computer, i ricci grigi su una faccia da ragazzo simpatico: «La moda dovrebbe essere gioco, piacere, condivisione».
Sostiene Dreyfuss che sia anche una scelta in linea con il rispetto scout della natura: ma come fa una produzione di pelletteria a essere ecologista? Non è una contraddizione in termini?
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