Sotto esame | La crisi in Ucraina sconvolge i piani di Scholz in politica estera - Linkiesta.it

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La crisi in Ucraina sconvolge i piani di Scholz in politica estera Le tensioni tra Russia e Nato, i rapporti bilaterali tra Berlino e Mosca, e la crisi energetica hanno spezzato l’equilibrio su cui poggiava la strategia di Angela Merkel | luigi_daniele

Durante l’ultima campagna elettorale, il neo cancelliere tedesco Olaf Scholz è riuscito a guadagnare molti voti mostrandosi il candidato più simile ad Angela Merkel. L’attuale crisi in Ucraina, però, potrebbe mettere seriamente alla prova questa percezione.

Le differenze politiche, e la necessità talvolta di far pressione su queste potenze, non inficiavano gli scambi, per cui era possibile essere al tempo stesso partner, competitor e avversari. Uno schema, del resto, che risponde alla esigenza tedesca di rimanere saldamente ancorati a livello politico e valoriale all’Europa e alla Nato conservando, al contempo, forti relazioni economiche con realtà importanti per la produzione e l’economia teutonica.

Coerentemente con la loro storia atlantista e la loro visione dell’azione esterna tedesca ed europea per la difesa dei diritti umani e democratici, i Verdi possono utilizzare Nord Stream 2 come arma di ricatto verso la Russia, non escludendo nessuna opzione e anzi affermando spesso come a un’eventuale invasione russa dell’Ucraina seguirebbero pesanti ripercussioni.

Tra i socialdemocratici la situazione è ancora più problematica: il partito ha una storica linea di dialogo con la Russia, e sebbene ai tempi dell’avvelenamento di Aleksej Navalny in diversi abbiano ipotizzato una sospensione di Nord Stream 2, oggi la linea dominante è quella di tenere separata la vicenda ucraina da progetti che in molti presentano come prettamente economici.

L’incertezza tedesca, però, rischia di riverberarsi anche nei rapporti con gli Stati Uniti. Con la fine del merkelismo,che il nuovo governo tedesco seguisse la linea atlantista in maniera più marcata, ma queste settimane sembrano deludere le aspettative. Da storica interlocutrice degli Stati Uniti in ambito europeo, la Germania merkeliana ha spesso portato avanti una politica di dialogo con Mosca, ricavandosi in qualche modo un suo proprio spazio di autonomia.

Capire i timori del Cremlino, facendosi mediatrice nelle tensioni pur marcando una differenza netta dalla Russia, è stata la vera forza di Angela Merkel, per quanto basata su un equilibrio che in certe fasi ha rivelato la precarietà.

 

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