L’Italia si muove sullo scacchiere libico. Si muove con decisione per scongiurare il bagno di sangue e la vittoria militare del generale Haftar. A prendere l’iniziativa è il premier Giuseppe Conte, ma in queste ore c’è un particolare protagonismo di Matteo Salvini. Un’offensiva politica e diplomatica non soltanto nei confronti degli altri Paesi europei.
Il vicepremier sta cercando di mettere con le spalle al muro la Francia, di neutralizzare le mosse di Emmanuel Macron che dietro le quinte starebbe sostenendo l’avanzata delle forze militari che voglio cacciare il governo Sarraj. Ma l’attivismo del ministro dell’Interno, che si muove come se fosse di fatto il ministro dell’Esteri e allo stesso tempo il presidente del Consiglio, entra direttamente nei giochi che si stanno consumando in Libia.
Quando l’8 marzo scorso Maitig venne a Roma, tra i suoi vari incontri, ebbe un colloquio molto importante proprio con Salvini. Garantì al ministro dell’Interno che avrebbe fatto ogni cosa per bloccare gli arrivi degli immigrati sulle coste italiane. Una promessa che sigillò una forte intesa tra il responsabile del Viminale e l’imprenditore di Misurata .
Il capo leghista è convinto che dietro la vicenda libica non ci siano solo gli interessi economici di Parigi. «Non resto a guardare se c’é chi per affari gioca alla guerra», dice il ministro dell’Interno. Il passo in più lo fa Marco Zanni, l’eurodeputato responsabile Esteri del Carroccio, il tessitore del fronte sovranista che il suo leader lancerà per le europee del 26 maggio.
Salvini si muove a tutto campo nella dinamica regionale della Libia. Non solo l’offensiva in Europa. Sta puntando molto sull’Egitto, attore di peso in quell’area geografica, anche perchè ha interesse a controllare il pericolo islamico. Contatti stretti anche con Fahi Bishaga, responsabile della sicurezza di Tripoli. Il tutto nell’assenza del ministro degli Esteri Moavero. Attivo anche il premier Giuseppe Conte.
Ma ci saranno 1000 km di deserto tra la cirenaica e il grosso della di Haftar a Tripoli... basta bombardare le colonne di rifornimenti e buona ritirata nel deserto per 1000 km senza acqua cibo e benzina!
Un dubbio più che legittimo a pensarci la riflessione viene di conseguenza Salvini ha ragione
Sembrano scommesse di propaganda. Visto che ama fare il ministro per telefono, si può immaginare che al ministero lavorano pure per lui. Borghi ha pure affermato, in TV, che stare in orario da lavoro sui social, per un politico, è lavoro.
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