La Corte di Giustizia europea ha respinto il ricorso della Commissione Ue contro la decisione del Tribunale europeo che nel 2019 aveva riabilitato l’utilizzo del Fondo interbancario di garanzia dei depositi per i salvataggi bancari. Una sentenza storica che chiude una pagina molto difficile per la gestione delle crisi bancarie nell’Unione europea durata oltre sei anni.
Ma andiamo per gradi. La vicenda di origine è l’interpretazione della Direzione Concorrenza della Ue, allora guidata da Margrethe Vestager, che a fine 2015 definì aiuto di stato l’intervento preventivo del Fitd a supporto di Banca Tercas. Interventi di quel tipo negli anni precedenti ne erano stati fatti a decine. Ma l’Unione europea in quel monento aveva cambiato le regole per la gestione delle crisi bancarie e la direttiva sul bail in stava per entrare in vigore.
Il ricorso in realtà avrebbe dovuto essere per il vizio di forma, anche se la Corte ha accettato l’impostazione in base alle quale è stato chiesto di rivedere anche nel merito il giudizio. Ma anche entrando nel dettaglio, la Corte ha riconosciuto che il tribunale non aveva commesso errori nello stabilire che nell’intervento del Fitd non poteva essere visto un aiuto di Stato e che la Commissione non aveva fornito sufficienti prove a supporto della propria tesi.
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