Un mistero serpeggia per Mosca. Ovvero chi diamine ha deciso di autorizzare il tradizionale Festival del Libro della Piazza Rossa, in calendario il weekend del 6-8 giugno. La kermesse, infatti, sarebbe tecnicamente illegale. La capitale russa sta faticosamente riemergendo dal lockdown e gli eventi pubblici di massa sono rigorosamente vietati. Eppure il Festival si farà. In tono minore, tra stringenti controlli sanitari, ma si farà. E i primi a non capire perché sono gli editori.
"Quando è arrivata la lettera del comitato organizzatore che diceva che il festival si sarebbe svolto il 6 giugno, ho pensato che avessero confuso i mesi e che stessero parlando di luglio o agosto", ha detto a Meduza Alla Shteynman, direttrice della Fantom-Press, una delle tante case editrici russe che ha dato picche citando espressamente il rischio contagio.
Secondo gli organizzatori, quest'anno ci saranno solo 200 editori invece dei soliti 400. Tuttavia, stando a Meduza, al 2 giugno il programma includeva eventi promossi da non più di otto editori, in maggior parte piccoli, con l'eccezione della più grande casa editrice russa, la Eksmo-ACT. Grigoryev alla fine ha spiegato tutte le stranezze in modo semplice:"si vede che al Cremlino e al governo c'è qualche amante della letteratura". Tanto basta.
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