. Siamo ancora nella fase, del tutto preliminare, delle "liste di candidati". Ma il paradosso è che il primo accorgimento del candidato perfetto, nota Ainis, "è negare l'esistenza stessa della sua candidatura, per evitare di bruciarla". Ed è questo che getta sulle elezioni un "velo d'opacità". E non mancano i paradossi, perché se presidente venisse eletto Mario Draghi, potrebbe benissimo esserci un, omonimo dell'attuale premier.
Che si fa? L'elezione del Capo dello Stato è regolata da leggi scritte, ma anche da prassi e consuetudini, e dunque "si presume che il nuovo presidente sia persona già nota agli italiani", e quindi sarebbe rispedito a casa senza troppi complimenti.
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