Se i contagi stanno velocemente tornando ai livelli di marzo, data che segna la dichiarazione di pandemia da Covid-19, il settore del trasporto aereo, tra il più colpito dalla crisi, suo malgrado si adegua: le restrizioni adottate dai singoli paesi hanno quasi raggiunto i livelli visti a giugno con la fine del lockdown, sia a livello europeo sia Internazionale.
Dall’analisi dei dati effettuata fino al 12 ottobre emerge che a livello globale le rotte soggette a restrizioni sono l’86% e in Europa il 73 per cento . Lo scenario è andato peggiorando nelle ultime settimane costringendo i governi a introdurre nuove limitazioni ai voli tornate a salire dopo che in Europa erano scese al 40% ad agosto per poi tornare al 63% in settembre fino ai livelli di questi giorni, il 73% come a giugno.Guardando ai singoli paesi, l’India è il paese con più restrizioni ai viaggi circa 410 seguita dagli Stati Uniti .
Secondo gli analisti di Ubs, il fenomeno continuerà a pesare anche nei prossimi mesi, costringendo le compagnie a ridurre la capacità offerta. La conseguenza è che nel terzo trimestre, sempre secondo UBS, nessuna compagnia sarà in grado di generare profitti, uno scenario che potrebbe ripetersi nel trimestre successivo, quello più difficile dal punto di vista commerciale.
Di certo è che i primi risultati del terzo trimestre non fanno sperare nulla di buono. Basti pensare che IAG, la holding che controlla British Airways, Iberia e Air Lingus ha già fatto sapere che nel quarto trimestre volerà con il 30% della capacità del 2019 dopo avere realizzato una perdita di 1,3 miliardi di euro nel terzo trimestre.
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