A Los Angeles, a meno di mezz’ora di macchina da Hollywood, c’è la San Fernando Valley, che dagli anni Settanta è anche sede della cosiddetta Porn Valley, un grande centro produttivo dedicato ai contenuti pornografici. La più importante industria cinematografica al mondo è quindi molto vicina alla più importante industria di cinema porno, con la quale condivide anche certi approcci tecnici e meccanismi produttivi.
Negli anni è successo con relativa frequenza che Hollywood provasse a raccontare la Porn Valley e più in generale l’industria pornografica. Spesso con l’oggettiva difficoltà di raccontare il porno senza poter o voler effettivamente mostrare scene pornografiche, e talvolta riuscendo a stimolare dibattiti sulla pornografia, sul suo racconto e sulla sua rappresentazione.
Quando si parla di film sui film porno, ci sono almeno due premesse da fare. Una è che il porno è di per sé un genere cinematografico, e che quindi fare un film sui film porno significa spesso fare un film di dietro le quinte, così come quando si fa un film su un film western. Un’altra è che, come sempre quando nel cinema si parla di generi,I know it when I see itnel 1964 da un giudice della Corte Suprema statunitense chiamato a esprimersi sulla pornografia.
Ancor meno, esistono poi confini precisi per determinare quando un film può essere definito un film sulla pornografia. Ci sono infatti molti film, in genere thriller o neo-noir ambientati dalle parti di Los Angeles, in cui la trama passa per qualcuno o qualcosa che riguarda la San Fernando Valley e chi ci lavora, ma nei quali il porno è solo parte di una storia di altro tipo.
Altra questione è quando invece i film scelgono il mondo del porno come centro delle loro storie, che si tratti di commedie o drammi, racconti biografici o storie inventate, e che l’intento sia di criticare o, al contrario, mostrare come è fatto un mondo di cui molti fruiscono i contenuti, ma dei cui meccanismi e ingranaggi si parla molto più di rado.
Avete dimenticato “Guardami” di Davide Ferrario. Gli altri citari non li ho visti, ma questo non mi era dispiaciuto e, di certo, era parecchio esplicito
Su Pleasure la recensione di Alessandro Lanfranchi
Boogie Nights capolavoro vero.
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