attesa che anche il Martini dia corso al suo progetto, è una partita a due. Partita per modo di dire: perché il nuovo Centro di Senologia dell’ospedale Cottolengo non compete con quello del Sant’Anna ma lo completa, coprendo un’altra zona della città.
Ieri la presentazione del nuovo salto di qualità di una struttura privata convenzionata no profit, di matrice religiosa, con l’obiettivo di fornire alle donne malate di tumore al seno un percorso completo con l’assistenza di personale specializzato e moderne apparecchiature.
Ieri padre Arice ha presenziato all’inaugurazione della Breast Unit imsieme a Gian Paolo Zanetta, direttore generale dell’ospedale, il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, e il dottor Riccardo Bussone, responsabile della chirurgia senologica. Presente l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi: convinto, oggi come ieri, che i privati convenzionati rappresentino un’opportunità per far funzionare meglio il servizio pubblico e non avversari dai quali difendersi.
«Desideriamo prendere per mano la donna colpita da tumore al seno per garantirle le migliori cure e diminuire il peso delle incertezze e del disorientamento correlati alla diagnosi – ha precisato il dottor Bussone –, evitando dispendiosi pellegrinaggi alla ricerca dei diversi specialisti a cui troppo spesso le pazienti sono costrette».
Il tutto con un occhio di riguardo per gli ultimi, per quelli che 192 anni fa San Giuseppe Cottolengo aveva già definito “i non ammissibili in alcun venerando spedale». La linea era e resta quella. «Da noi molti accedono in regime di convenzione, ma nel medesimo tempo sono accolti anche persone indigenti nei limiti e nella misura del possibile», ha rimarcato padre Arice.
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