di anni ne compio quarantasei e ringrazio la vita per averlo potuto scrivere
Lavoro a contatto con la morte tutti i giorni. I miei pazienti stomizzati sono per la maggior parte oncologici. I. Era davvero brutta. Mi ha fatto l’occhiolino, mi ha portato a guardarmi dall’alto, e poi dal basso, sotto le rotaie, prima di salutarmi. Voglio essere grata alla vita per poter dire “cazzo, ho quarantasei anni”, posso fare ancora tantissime cose, che le uniche limitazioni sono quelle che vuole la nostra mente.Potevo pensare che altri quarantasei anni sono tantissimi, o che da metà strada ormai è tutto un declino. Ho deciso di mettere l’orizzonte come un quadro sopra al letto, per ricordarmi che si finirà tutto un domani, ma è ora che devo vivere.
. Ne ho quarantasei mica venti. Poi ho aperto la bocca, controllando le tonsille, ho tirato fuori la lingua e abbassato la cute sotto agli occhi, come faceva mia mamma quando io e mia sorella eravamo piccole, per vedere se eravamo anemiche.quando mi sono accorta che il tizio accanto a me, dentro il suo abitacolo, mi osservava imperterrito dai vetri brillanti degli occhiali.
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