Non lacrime di dolore, ma di felicità: gli Illuministi usano la ragione piangendo - La Stampa

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Quanto piangevano, gli Illuministi. Le recensioni 📖 di Tuttolibri .

Quanto piangevano, gli Illuministi. Ad onta del loro culto per la ragione, seppero portare all’estremo non solo una riflessione filosofica – e fisiologica – sulle lacrime, ma anche ad inondarne il loro lungo secolo, idealmente dalla seconda metà del Seicento a inizio Ottocento: per restare da questa parte delle Alpi, diciamo, fino all’inimitabile Ugo Foscolo, che sapeva piangere come nessuno – e anche minacciare l’immediato suicidio alle dame scontrose.

I giacobini erano in primissima linea anche su questo inondato terreno.

Da Cartesio in poi cambia il paradigma. Non è più questione di gioia o dolore, o del mistico contatto con le potenze celesti, ma di un’ampia serie di emozioni che coinvolgono il nostro essere sociale, prima fra tutte la compassione – e la conseguente commozione, da studiare sia dal punto di vista della fisiologia – del corpo –, sia da quello dell’anima – della mente.

 

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