“I nostri studenti amano vivere un’esperienza italiana”
«Abbiamo perso l’80 per cento del fatturato nel 2020», dice Di Dedda. «Abbiamo fatto partire subito i corsi on line, naturalmente. Ma sono poca cosa. La conoscenza della lingua italiana, per i nostri studenti, è parte di un pacchetto completo sul nostro Paese. Non gli interessa studiare a distanza le regole della grammatica. Amano la letteratura, Dante, la storia di Roma. Sono persone colte, curiose. Vengono qui e restano per settimane, e spendono.
il nostro codice Ateco 85.59.30, quello che identifica cioè l’attività commerciale, è stato escluso dai decreto Ristori-bis . Non abbiamo diritto cioè a nessun aiuto, e non se ne capisce il motivo. Certo, siamo una nicchia, compessivamente il fatturato delle scuole Asils si aggira sui 50 milioni di euro all’anno, e i posti di lavoro coinvolti sono circa 1000. Ma, a parte il fatto che con l’indotto queste cifre raddoppiano, proprio perché siamo in pochi non costerebbe molto fare una correzione. I nostri insegnanti hanno avuto la Fis fino a luglio, poi basta.
. «Chiediamo di essere considerati nel settore turistico. Siamo stati penalizzati come gli alberghi, i ristoranti, le agenzie di viaggi. «Resistiamo solo perché amiamo il nostro lavoro, che ci mette a contatto con giovani e adulti prevenienti da tutto il mondo, con vissuti diversi ma tutti innamorati dell’Italia. Ma non possiamo andare avanti a lungo. Con i corsi on line non paghiamo neanche il riscaldamento».
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