È successo in alcune scuole della provincia di Milano che denunciano un uso scorretto delle piattaforme digitali, utilizzate dagli insegnanti in questi giorni diIn alcuni casi gli studenti hanno condiviso i link per partecipare alle lezioni con altri utenti, che hanno prontamente ricoperto di insulti e bestemmie il professore di turno. Impossibile continuare la didattica, tanto che i dirigenti hanno dovuto avvisare il ministero dell’Istruzione.
Per tutti, però, occorre agire dal punto di vista legale, denunciando i fatti alle autorità, avvisando le famiglie e il ministero dell’Istruzione.Dal punto di vista giuridico le piattaforme di videoconferenza sono luoghi aperti al pubblico. Si applica la stessa giurisprudenza consolidata in materia di social network. Gli insegnanti delle scuole pubbliche o parificate, poi, sono pubblici ufficiali.
Le piattaforme informatiche registrano i dati dei partecipanti. Possibile allora che si riesca ad individuare chi ha condiviso i link e chi ha insultato e bestemmiato.
Farli girare negli ospedali. Toccare con mano cosa vuol dire lavorare ed essere al servizio del prossimo.
A questi fate perdere l’anno scolastico
Cominciate a prendere i vostri figli a ciaffoni o a calci nel sedere. Cominciate ad insegnargli l'educazione di base. Rispetto dei genitori, anziani, istituzioni. Ricominciamo da uno.
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