Un salutare bagno di intelligenza, con un pregio eminente: porre al lettore domande ad ampio spettro, in grado di illuminare la giornata. A questo pensavo quando, nei primi tre mesi del 2020, leggevo le brevi e acute riflessioni quotidiane dell’amico Ivano Dionigi sulla prima pagina dell’.
Segue una premessa di Dionigi, che fornisce le chiavi di lettura fondamentali: «La parola e il tempo». Mirabile la «litania sulla parola» a conclusione di questo portale d’ingresso, con citazioni dagli antichi greci e latini, al Nuovo Testamento, fino a Luzi. Essa sfocia su un monito quanto mai attuale: «La parola oggi non gode di buona salute.
Qui la mia recensione potrebbe ricominciare. Quando infatti si entra in questo libro, i discorsi di sintesi lasciano il posto alla freschezza del singolo capitolo, da leggersi di per sé, a mo’ di breviario. Occhi sulla pagina silenzio meditativo, pensiero dialogante, traduzione in prassi esistenziale: così mi sono accostato a questiSolo due impressioni personali.
L’altro tema frequente è, di nuovo, quello del tempo. Solo i titoli dei capitoli, per intenderci: «La cosa più preziosa». «Il presente non basta». «Duello col tempo». «Kairós». Fino a «Il cerchio e l’arco»: l’arte del vivere il tempo si coniuga con quella della lotta contro la morte. Dionigi cita Alcmeone, un medico dell’antichità: «Gli uomini muoiono perché non possono ricongiungere il principio con la fine».
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