Quando parla del suo mestiere di agronoma e paesaggista, Francesca Neonato mette da parte la sua ironia graffiante.
«Se ho imparato qualcosa dalla mia ricerca verso la biodiversità, è che mi piace rigenerare, ricucire, risanare. Volere cioè anche entrare nella maglia stretta della natura, ma con consapevolezza e garbo. La mia voglia di “rammendare”, se guardo lo sfacelo intorno, è inesauribile. Mi piace farlo con onestà ascoltando non solo quanto quella lacerazione ha prodotto, ma quanto si possa riconfrontarsi con la natura usando la sua stessa disarmante semplicità».
, nota nell’ambiente come Brownfield Regeneration. Caparbia, saettante nella sua determinazione, anche se dice di essere sempre “dalla parte di quelli che perdono”.Opinione personale, non confermata dai 16mila metri quadri che ha appena ultimato a Gorle, in provincia di Bergamo, per ridare vita ale che funziona come autentico healing garden, giardino terapeutico, per gli oltre 60 anziani che hanno così accesso a una terapia non farmacologica di riabilitazione.
Ridanciana e fulminante, attacca così Guendalina Salimei architetta del complesso del Corviale di Roma, «il mio progetto più famoso perché è finito al cinemacon Paola Cortellesi, e che è importante come elemento strutturale nella riqualificazione delle periferie. Ma non faccio solo questo. Mi sono dedicata anche all’ampliamento del cimitero di Frascati, vicino a Roma, integrandolo con l’ambiente naturale».
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