AGI - “Senso comune”, “esperienza” e testimonianze delle lavoratrici “disperate”. Su questi argomenti si basa la sentenza della giudice del lavoro di Bologna, Chiara Zompi, che nei giorni scorsi ha dato ragione alle facchine con figli piccoli 'ribelli' ai turni che rendevano impossibile l’accudimento dei loro bambini.
Nella sentenza, letta dall’AGI, si spiega che questo tipo di discriminazione si configura “attraverso una condotta, una prassi, un atto aziendale di per sé leciti, e quindi conformi alle normative di tutela dei lavoratori in generale, che però realizzano l’effetto di porre una categoria di lavoratori, quella portatrice del cosiddetto ‘fattore di rischio’ in una situazione diLiuba, madre single, ha raccontato alla giudice: “Il nostro stipendio è intorno ai 1200 euro, non mi posso...
Le lavoratrici con figli minori, “tradizionalmente e usualmente maggiormente impegnate nella cura della prole”, così la giudice ‘traduce’ la testimonianza di Liuba e di altre sue colleghe, “si sono dunque trovate in una situazione diIl magistrato ha anche evidenziato “i gravi disagi e e le alterazioni dei ritmi e delle abitudini di vita, potenzialmente forieri di conseguenze sulLa Lis Group non ha dimostrato, è un altro argomento della giudice, che il cambio dei turni fosse necessario...
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