Una storia nobile, quella della Geografia, soprattutto all’estero.
» spiega ancora Dell’Agnese. «In quest’ultimo anno il paesaggio è stato stravolto dalla pandemia: è cambiato il nostro modo di consumare e questo ha conseguenze nella produzione e quindi nel territorio, con aziende che chiudono e altre che aprono, nuove coltivazioni. Si spostano i confini e le persone, si modificano i paesaggi. Se sapessimo leggere la realtà che ci circonda, eviteremmo anche le ricadute negative.
e progettarne il futuro. Per conto della provincia di Bolzano stiamo facendo un progetto sull’andamento del fiume Adige: conoscerne la storia aiuta a fare un’analisi predittiva sul rischio idrogeologico, attraverso i modelli degli ingegneri idraulici che collaborano con noi. Tutelare il paesaggio, aiutare affinché sia gestito in modo sostenibile e funzionale; sono temi sui quali noi geografi possiamo fare la differenza, grazie ai materiali storici.
Mi occupo anche di piani di riconversione delle aree terremotate, di recupero delle case popolari nel quartiere romano di Tor Sapienza. Più vario di così! Insegno dall’85 e: molti lavorano alla Commissione Europea, altri al Ministero dell’Economia o dell’Ambiente, all’Agenzia per la Coesione territoriale, a Invitalia, in Fao. L’Unione Europea finanzia molti ricercatori di geografia economica, ma sono pochi gli italiani, forse perché non si fanno avanti.
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