La Capitale a pedali

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Viaggio lungo il GRAB, il Grande Raccordo Anulare della Bici: 45 chilometri intorno a Roma. Non c’è ancora, ma non è più solo uno strano sogno

Viaggio lungo il GRAB, il Grande Raccordo Anulare della Bici, un percorso ciclabile di circa 45 chilometri intorno a Roma, che non c’è ancora davvero, ma non è più soltanto uno strano sogno

Una mandria di pecore. Il loro pastore, un viandante dai vestiti laceri, il volto scottato dal sole, che procede aiutandosi con un bastone di legno su un ponticello sopra il fiume Almone. Un uomo d’affari in doppiopetto, con una valigia nera, che spunta da dietro una siepe come da un passaggio segreto che collega alla società moderna.

Siamo a Roma e stiamo seguendo il GRAB, il Grande Raccordo Anulare delle Bici, un itinerario di circa 45 km che passa attraverso parchi, ville storiche, mausolei; una macchina del tempo da utilizzare in bicicletta per ritrovarsi poi davanti ad architetture contemporanee, come quella del Maxxi, il Museo nazionale delle arti, o il Ponte della Musica.

È dello scorso giugno la notizia del Protocollo d’intesa per il GRAB, sottoscritto tra Roma Capitale e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e approvato dalla giunta capitolina, proprio per creare nuove infrastrutture di collegamento fra le ciclabili già esistenti e chiudere il percorso. Così il GRAB è attualmente qualcosa che c’è, ma che non c’è del tutto.

Due uomini di settant’anni camminano avanti e indietro su un campo da cricket, all’interno di un’immensa area verde. Visti da lontano sono due punti piccoli, grafici. «Ogni due giorni circa veniamo qui a fare ginnastica», mi dice uno dei due. E poi, indicandomi l’amico, aggiunge: «Ti dico una cosa gratis. Lui è stato medaglia di bronzo nel salto triplo alle Olimpiadi». Giuseppe Gentile, la medaglia di bronzo, dice: «Era il 1968».

 

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