Il presidente peruviano Pedro Castillo ha dichiarato lo stato di emergenza ambientale per via di una rilevante quantità di petrolio che negli ultimi giorni si è riversata su un’ampia area costiera nel centro del Perù, depositandosi su varie spiagge.
Il ministro dell’Ambiente peruviano, Ruben Ramirez, ha detto che i danni provocati dalle onde anomale hanno causato lo sversamento in acqua di una quantità di petrolio pari a 6mila barili. Il petrolio si è depositato su 21 spiagge e ha contaminato 18mila chilometri quadrati di aree protette, uccidendo decine di uccelli e altri animali marini. Le autorità hanno poi avviato operazioni straordinarie di pulizia.
Un portavoce di Repsol ha detto che l’azienda non è responsabile per lo sversamento di petrolio e ha aggiunto che in questi giorni ha mobilitato squadre di sommozzatori e operatori per verificare i danni ai condotti sottomarini e recuperare parte del petrolio disperso nell’ambiente. Parlando con i giornalisti, la prima ministra peruviana Mirtha Vásquezche «apparentemente» Repsol non aveva un piano di emergenza adeguato per gestire grosse perdite di petrolio.
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