L’allarme dei coltivatori vercellesi: “Risaie travolte dal fango: è a rischio il raccolto”

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«Questa è la prima volta per noi: mio padre ricorda l’alluvione del ’68, ma era un’altra agricoltura». Maurizio Baldo, co-titolare dell’azienda agricola a Cascina Scudo Bianco, Borgo Vercelli, è in attesa di capire se potrà trebbiare o meno il riso sommerso dalla Sesia. Il danno è stato quantificato in 10 ettari di soia non più raccoglibile e 35 ettari di riso: «Al prezzo del risone di oggi, se dovessi perdere tutto ciò che è stato sommerso - racconta -, perderei il 50 per cento del fatturato, circa 90-100.000 euro». L’azienda a ridosso del Bivio Sesia è una delle tante colpite dalla violenta ondata di maltempo: fare una stima complessiva è ancora prematuro, ma è certo che la pioggia record ha provocato notevoli danni alle colture tra Vercelli e Biella, in particolare al riso. Diversi campi sono stati inondati da acqua e detriti a partire da Borgo Vercelli, tra le zone più martoriate dalle esondazioni, fino a Caresana e Prarolo, ma anche Oldenico, Balocco, Villata e Albano. Il raccolto del riso non era ancora terminato e l’acqua e il vento, in molti casi, hanno piegato o sommerso le piante. Interi appezzamenti sono stati compromessi, così come il duro lavoro di un anno. A Cascina Scudo Bianco parte del riso è allettato, cioè coricato sull’acqua, e si attende che il campo asciughi: a quel punto si potrà capire se il chicco sarà marcio, avrà germinato o se ci sarà una parte che si potrà ancora trebbiare, anche se sporcata dal fango. Le esondazioni hanno provocato danni anche nelle strutture e ai magazzini di stoccaggio, dato che alcune aziende sono state completamente allagate. «Anche in provincia di Biella la situazione è preoccupante - dice il presidente della Coldiretti interprovinciale Paolo Dellarole -, è esondato il torrente Cervo e ha ricoperto con sassi e detriti i campi. Nella Baraggia biellese, dove era rimasto ancora riso da raccogliere, i campi sono allagati ed è stato colpito il riso già alle prese con la grandine della scorsa settimana. Per una stima dei

«Questa è la prima volta per noi: mio padre ricorda l’alluvione del ’68, ma era un’altra agricoltura». Maurizio Baldo, co-titolare dell’azienda agricola a Cascina Scudo Bianco, Borgo Vercelli, è in attesa di capire se potrà trebbiare o meno il riso sommerso dalla Sesia.

Diversi campi sono stati inondati da acqua e detriti a partire da Borgo Vercelli, tra le zone più martoriate dalle esondazioni, fino a Caresana e Prarolo, ma anche Oldenico, Balocco, Villata e Albano. Il raccolto del riso non era ancora terminato e l’acqua e il vento, in molti casi, hanno piegato o sommerso le piante. Interi appezzamenti sono stati compromessi, così come il duro lavoro di un anno.

Le esondazioni hanno provocato danni anche nelle strutture e ai magazzini di stoccaggio, dato che alcune aziende sono state completamente allagate. «Anche in provincia di Biella la situazione è preoccupante - dice il presidente della Coldiretti interprovinciale Paolo Dellarole -, è esondato il torrente Cervo e ha ricoperto con sassi e detriti i campi.

Ingenti danni anche al riso coltivato nella zona a ridosso del Vercellese, tra Vinzaglio e Palestro. «Se il riso è stato sommerso - commenta il presidente di Ente Risi Paolo Carrà - avrà sicuramente avuto un danno. L’entità dipende da quanto tempo è rimasto in acqua». Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura, ha espresso vicinanza alle aziende danneggiate.

 

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Dai Cappuccini a Borgo Vercelli, il racconto degli abitanti: “L’acqua è arrivata all’improvviso e ha sommerso tutto”«Quantificare i danni? E’ difficile dirlo, abbiamo perso provviste e mobili che utilizzavamo per il ristorante». Domenica mattina i titolari del Blue Ribbon guardavano impotenti la Protezione Civile mentre svuotava gli scantinati con le idrovore. C’era fango dappertutto, sull’asfalto e nei cortili degli edifici attorno al Bivio Sesia. Nei piani bassi del ristorante l’acqua è arrivata ad altezza uomo, e ha sommerso tutto. «L’acqua ci ha colto all’improvviso, non sappiamo da dove sia arrivata, forse dalle rogge - prosegue il titolare -. Chissà quando potremo riaprire». E’ Borgo Vercelli tra i centri più colpiti da quest’ondata di maltempo. Dal semaforo del Bivio Sesia, passando davanti alla multisala fino all’imbocco del paese, l’acqua ha lasciato dietro di sé fango e devastazione, arrivando a ridosso del centro abitato: l’asfalto è riemerso solo tra sabato sera e domenica mattina. «I più danneggiati sono i residenti del Bivio - racconta il sindaco Mario Demagistri -. Non ci sono sfollati, anche se, dopo l’avvertimento della prefettura, avevamo preparato la palestra. Si sono rifugiati ai piani superiori, ma l’acqua è entrata nei piani bassi e ha allagato cantine, contatori e caldaie. E’ la fotocopia dell’alluvione del ’68». In paese un residente ha potuto mettere in salvo il cane diverse ore dopo l’allagamento di casa. Lo stesso è avvenuto a Castelmerlino. A Vercelli pesanti danni al rione Cervetto ma soprattutto ai Cappuccini. Il Comune con Asm ha sistemato due cassoni per la raccolta di oggetti danneggiati dalla Sesia: «Da casa mia, fino in via Prarolo, ho visto gente salvata con i gommoni dei vigili del fuoco - dice un residente dei Cappuccini -, persone che spazzavano il fango da casa e auto sommerse a metà. Tutto è avvenuto con una rapidità inaudita». Al Cervetto gli abitanti raccontano di tombini impazziti da cui sgorgavano fiumi di acqua sporca. «Abbiamo fatto diversi sopralluoghi - spiega il sindaco Andrea Corsaro - e ci siamo attivati per raccogliere le denun
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