aveva già realizzato la prima invernale del Nanga Parbat. L’islandese è però tra i più esperti dell’intero team, dopo aver scalato il Monte Bianco nel 2011, l’Ama Dablam nel 2015, il monte Elbrous nel 2016 e molte altre cime nell’arco di un decennio.I tre stavano risalendo proprio il “Collo di Bottiglia”, i fatidici ultimi 800 metri da scalare, che rappresentano il punto più complesso dell’intero tragitto.
Proprio in questa fase lo scalatore bulgaroè morto per una tragica caduta, solo il giorno prima che di Snorri e i suoi compagni si perdessero le tracce. Ora si teme per il destino dei tre, perché la tragedia del bulgaro non è l’unica avvenuta negli ultimi giorni. Altri due alpinisti hanno infatti perso la vita sulla montagna hymalayana. L’ultimo loro avvistamento è stato proprio lungo il Collo di Bottiglia alle 10 del mattino del 5 febbraio, a circa 7.900 metri d’altitudine.
Rischiare 20 per salvarne tre. Il soldato Rayan non ci ha insegnato niente.
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