Fabio Giuffrè nel suo Nni Lausta propone una tavola quasi autarchica, tante verdure e tonno bianco. E guarda a un futuro al 70% green. "Il mio piatto più richiesto? I fiori di zucca ripieni di ricotta di Vulcano, cagliata con l’acqua di mare", ristoratore sull’isola di Salina, ti spiega la sua idea di isola e di cucina con questa massima.
Anche una certa scena gourmet in chiave eoliana fortemente alla ribalta in questi anni è vista da Fabio con un certo distacco: “Sia chiaro, l’appoggio in pieno e da cliente oggi so che a Salina si mangia bene ovunque, ma il mio tipo di cucina parte più da lontano e vuole essere fedele alla tradizione dell’isola”. , l’aragosta in dialetto, in effetti appare sul corso di Santa Marina di Salina ormai quasi 30 anni fa.
caponate, parmigiane di melanzane, sfincioni, arancine, tante verdure, poca carne, niente pesce. Una scelta dovuta alla gestione dei costi e alla necessità di far cassa più velocemente, anche grazie agli aperitivi. D’inverno invece si andava in giro, per conoscere e crescere: “Non vengo da una famiglia di ristoratori – racconta Fabio –, ma siamo tra i nuclei più antichi dell’isola, qui da oltre 300 anni.
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