Il sequestro dell'imprenditore bresciano Alessandro Sandrini fu una truffa messa in atto con la complicità della vittima da una banda di tre persone finite in carcere oggi su richiesta della Procura di Roma.
Nel procedimento, coordinato dal procuratore Michele Prestipino e dal sostituto Sergio Colaiocco, si cita anche il caso di Sergio Zanotti, anch'egli imprenditore bresciano sequestrato che però non risulta indagato. Dei due italiani si persero le tracce nel 2016 e furono liberati nella primavera del 2019 a distanza di pochi giorni.
"È una situazione imbarazzante. Non credo che mio figlio possa aver fatto una cosa del genere. Io comunque non ho preso un solo euro". Così Gianfranco Sandrini reagisce parlando con l'ANSA alla notizia dell'indagine della Procura di Roma a carico di suo figlio e all'arresto di tre persone accusate di aver organizzato finti sequestri all'estero. Tra cui quelli dei bresciani Alessandro Sandrini e Sergio Zanotti.
Lo fanno perché sanno che lo Stato paga. Siamo noi che paghiamo per sti coglioni che vanno in zone pericolose
A man..a plan...
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