dell’America. La riunione era convocata dall’Esercito zapatista di liberazione nazionale . Mi ha sorpreso che si svolgesse a Vicam, nello stato di Sonora, in un piccolo paesino nel nord del Messico a tre giorni di strada dal Chiapas, il bastione dello zapatismo. Come molte altre persone che si erano interessate allo zapatismo, da dieci anni avevo più o meno perso le tracce del movimento guidato dal subcomandante Marcos.
Qualche anno fa una denuncia del genere avrebbe suscitato un interesse nazionale e internazionale, ma Marcos non ha più presa sui mezzi d’informazione. Il declino è cominciato nel 2001, quando il subcomandante e gli zapatisti arrivarono a Città del Messico per negoziare un accordo con il governo di Vicente Fox . Un milione di persone acclamò Marcos mentre era diretto alla piazza dello Zócalo. Era l’11 marzo 2001.
Alcuni giorni dopo, il 28 marzo 2001, l’Ezln si rese protagonista di un altro evento storico: il discorso della comandante Esther di fronte al parlamento federale. “Vogliamo che sia riconosciuto il nostro modo di vestire, di parlare, di governare, di Secondo Manuel Camacho Solís, creatore delle reti cittadine della campagna di López Obrador ed ex responsabile dei colloqui di pace del governo di Salinas de Gortari con l’Ezln, Marcos appoggiava Felipe Calderón: sperava che la crisi si inasprisse per dare nuova linfa all’Ezln. Le critiche arrivarono anche da alcuni intellettuali vicini a López Obrador, che in passato avevano sostenuto lo zapatismo: il subcomandante voleva dividere la sinistra.
Il comportamento del subcomandante durante la campagna per le presidenziali del 2006 ha aumentato l’isolamento degli zapatisti. “È stato un errore”, ha detto Pierluigi Sullo, direttore di Carta, l’unica rivista italiana che si occupa con regolarità del movimento zapatista. Marcos avrebbe potuto costruire dei ponti verso “le persone oneste” che credono ancora alla possibilità di ottenere dei cambiamenti attraverso la via parlamentare ed elettorale.
Appena arrivati, il fotografo Ricardo Trabulsi, il suo assistente Roberto Mañón e io siamo passati dalla Giunta di buon governo per avere l’autorizzazione a restare. Ogni caracol è governato da un organo collettivo, la giunta, indipendente dalla struttura militare dell’Ezln ed eletto da un’assemblea. I caracoles stabiliscono la linea da adottare sulla sanità e sull’istruzione ed eleggono i responsabili di questi programmi.
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