Fare in fretta e fare bene. Viene ripetuto come un mantra da analisti e commentatori più o meno esperti di politica, che trovano soprattutto sul web la loro cassa di risonanza. Inutile sottolineare che questa è l'più social di sempre e che la maggior parte di quelli che sul web si scandalizzano per i nomi che escono dalle"insalatiere" del voto al momento dello scrutinio, e che lamentano la lungaggine del rituale, siano spesso digiuni di storia repubblicana.
, arrivata al settimo scrutino, non è certo tra le più lunghe, anzi. Così come non sono certo i nomi diFacciamo un passo indietro e torniamo al 1971. Il 9 dicembre si aprirono i lavori per eleggere il sesto presidente della Repubblica. La maggioranza relativa del parlamento era della Dc, che come candidato proposeFrancesco De MartinoLa candidatura di Fanfani durò per sei scrutini, durante i quali però non superò mai quella di De Martino per un manciata di voti.
Da segnalare che, durante il sesto scrutino, avvenne uno degli avvenimenti più incredibili della storia repubblicana. La candidatura di Fanfani non era ben vista da alcune correnti interne al suo stesso partito, i franchi tiratori ne hanno impedito l'elezione. Durante l'apertura delle schede,prima e Amintore Fanfani poi non poterono fare a meno di leggere una delle schede, poi nulla, sulla quale un anonimo grande elettore si prodigò in un lapidario"".
Ala 15esima votazione Giovanni Leone si ritirò ma a quel punto la Dc non poteva più andare da Pietro Nenni, appoggiato dai comunisti, e dal 18esimo scrutinio iniziò a votare. Comunisti e socialisti continuarono a dare i loro voti a Nenni finché proprio il leader socialista non diede ai suoi indicazione di far confluire i voti su Saragat, che venne eletto al 21esimo scrutinio. Le operazioni iniziarono il 16 dicembre e terminarono il 28.
. Durante le prime tre votazioni, ognuno dei tre partiti presentò un candidato di bandiera. Al quarto scrutino democristiani, socialisti, socialdemocratici e repubblicani scelsero di astenersi mentre il Pci proseguì su Giorgio Amendola. La prima candidatura per Sandro Pertini arrivò daPer ben 12 scrutini la maggioranza dei parlamentari, dopo il naufragio delle candidature di bandiera decise di votare scheda bianca o di astenersi.
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