l’ha ritratta in un servizio che la vede, al nono mese di gravidanza, immersa in una California dai contorni insolitamente gotici.
Accompagna gli scatti un’intervista, in cui la 32enne Claire Boucher, attivista per l’ambiente e tecno-femminista, parla di identità digitale, maternità, tecnologia e moda e immagina il futuro post coronavirus.Sicuramente è molto impegnativo essere incinta nel mezzo di una pandemia . È dura non poter vedere amici e familiari. Una mia amica è morta di recente ed è stato un incubo non poter stare vicino ai suoi cari. In ospedale non sarà facile, non scendo nei dettagli ma mi sento molto empatica con chi sta attraversando questa fase. E mi fido di quello che stanno facendo i reparti maternità per gestire la situazione, ho grande rispetto per il lavoro dei medici».Mi ha permesso di promuovere il mio lavoro», dice Grimes.
Riflettendo sui tempi eccezionali che stiamo vivendo e sull’orizzonte del dopo pandemia, Grimes sottolinea come ci troviamo di fronte a «un interessante cambiamento di abitudini nei consumi. Questa è un’occasione per ricominciare a pensare a come viviamo, anche se è doloroso!.» E conclude con una nota positiva: «Gli umani sono incredibili. Anche nell’ora più buia siamo circondati da meraviglia».
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