Un mercato dell’auto che fa fatica a rialzarsi. E così le fabbriche italiane dove si producono auto prendono tempo in attesa di tempi migliori. È quello che sta succedendo a Pomigliano, dove si producono le Fiat Panda, le auto più vendute in Italia. Fca ha comunicato ai sindacati che la riapertura dello stabilimento, fissata per l’8 giugno, in realtà sarà rimandata a data da destinarsi.
Cresce dunque l’allarme tra i rappresentanti dei lavoratori sugli effetti a medio e lungo periodo della crisi da Covid-19 che ha azzoppato il mercato dell’auto e che ha ricadute pesanti sulla produzione industriale. Il mercato, come la stessa Fiat Chrysler rileva, ha fatto segnare perdite del 90% tra marzo e aprile e del 50% il mese mese. Non ci sarebbero, dunque, le condizioni per far ripartire tutti gli stabilimenti.
Per Marco Bentivogli, segretario della Fim Cisl, «il ritardo della ripartenza della Panda conferma la crisi del settore: sostenere la transizione all’elettrico e, nell’immediato, rinnovare il parco auto italiano sono misure da implementare immediatamente». Anche la segreteria nazionale della Fiom ribadisce con Michele De Palma che non sia più rinviabile un confronto sul settore e annuncia l’invio di un documento con una serie di proposte per il Governo.
La situazione, come emerso sin dalle settimane scorse, è a macchia di leopardo: i primi a rientrare a lavoro sono stati gli addetti di Melfi che lavorano ai modelli ibridi di Jeep, insieme al gruppo di Mirafiori che sta andando avanti sulla Fiat 500 elettrica e agli addetti della Sevel, fabbrica dove si producono i Ducato, compresa la nuova versione elettrica.
Il mondo dell’auto, e in particolare l’universo Fca, soffre un po’ in tutta Italia. Ieri la Fiom di Torino ha parlato di un momento difficile con richieste di cassa integrazione per i prossimi mesi che coinvolgono oltre 9mila addetti, accanto ai 4.500 che già hanno i contratti di solidarietà.
Perché non abbassano i prezzi
Se il governo non mette incentivi nessuno comprerà una qualsiasi auto nuova. Né fiat, ne Renault, né BMW.... Vale per tutti. Ma questi cialtroni al governo pensano solo ai monopattini cinesi..... incapaci
Ovviamente chi ha comprato una panda prima del COVID-19 che comincerà comunque a pagare a settembre?...
bisogna avere il coraggio di chiudere definitivamente questa azienda; vendono un prodotto che non ha mercato e l'Italia continua a pagare.Gli ultimi 40 anni sono solo chiusure,prepensionamenti e cassa integrazione.Con Marchionne tutto e' peggiorato.LaStampa fattoquotidiano
6,3 miliardi di motivi per riaprire.
NicoViscomi Hanno presso i soldi però?
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