EDITORIALE | LA «MANO LIBERA» NUCLEARE I RISCHI DELLA RISPOSTA IRANIANA

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L'editoriale di Franco Venturini sul Corriere del 7 gennaio 2020

Dopo l’uccisione di Qassem Soleimani, un unico grido si è levato: attenti alla guerra per contagio, attenti a non provocare un incendio globale. Più che giusto, ma forse è tardiopo l’uccisione di Qassem Soleimani, mentre gli Usa e l’Iran erano impegnati nell’escalation delle loro reciproche minacce, un unico grido si è levato dal resto del mondo: attenti alla guerra per contagio, attenti a non provocare un incendio globale. Più che giusto, ma forse è tardi.

C’è di peggio e di più, perché un programma nucleare iraniano fuori controllo va a incidere sulla sicurezza di Israele, che con un solo colpo atomico nella parte geograficamente più stretta del Paese potrebbe essere messo fuori causa pur disponendo egli stesso di armamenti nucleari. Una simile guerra, che avrebbe essa sì ripercussioni mondiali, veniva ipotizzata già molto prima dell’attuale braccio di ferro tra Usa e Iran, ma il patto di Vienna aveva allontanato lo spauracchio

 

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