BOLOGNA. Fermati, messi in cella di sicurezza per una notte e rilasciati solo dopo un doppio interrogatorio tra le 4 e le 6 del mattino. La disavventura di due giornalisti-fotografi freelance comincia la sera di Pasquetta sulla strada che da Claviere porta al confine francese., avevano deciso di documentare con tanto di foto-racconto, il passaggio oltralpe dei migranti della cosiddetta “rotta balcanica”.
“Li abbiamo seguiti a distanza scattando foto senza renderci conto di essere in territorio francese visto che il limite tra i due Paesi lì non è definito” spiega Lapini, che collabora da vari anni cone vive a Bologna, mentre Muscella è di Roma. “A un certo punto, i ragazzi davanti a noi hanno svoltato in una stradina secondaria, forse per eludere i controlli, ma dopo un centinaio di metri, sono sbucati dalla boscaglia due gendarmi francesi che hanno fermato loro e noi.
Alle 4 del mattino arriva una funzionaria della polizia che inizia l’interrogatorio di Lapini. Chiede se hanno preso soldi dai profughi e si diffonde in domande che non c’entrano nulla con la vicenda, tipo se ha acceso un mutuo, se ha la casa di proprietà e perfino se è fidanzato. I francesi non parlano italiano e nemmeno l’inglese. I due italiani non parlano francese e tutto questo rende tutto difficile. Alle 6 altro interrogatorio, questa volta a carico di Muscella.
Resta l’amarezza dei due giornalisti. “La polizia francese respinge ogni giorno decine di persone, anche famiglie con bambini che si avventurano pericolosamente sui sentieri di montagna con temperature che di notte toccano i meno dieci” concludono Lapini e Muscella.
Hanno fatto bene ! Mica sono come i nostri che fanno le multe a chi vuole solo lavorare! Oppure chiudono un occhio sugli spacciatori ...
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