Dorme solo quattro ore per notte, non sa rinunciare al cioccolato, ama la moda e lo spritz, vorrebbe essere più alta e meno muscolosa, vive a Cavalese in Val di Fiemme con il marito Stefano ma è a casa solo 70 giorni all’anno.
Il biathlon, e non da oggi, è lei: Dorothea Wierer, la stella azzurra con il fucile in spalla che accoglie con soddisfazione i messaggi di complimenti del premier Conte e del presidente del Coni Malagò. Occhi grigi da tigre, volto da modella, sportiva da 400 mila euro a stagione tra premi e sponsor, fiore all’occhiello delle Fiamme Gialle, 700 ore di allenamento nel fondo e 300 nel tiro a stagione, donna che non dimentica. Ad Anterselva, l’anno scorso in Coppa del Mondo, aveva vinto per la prima volta nella specialità — l’inseguimento — in cui aveva centrato il maggior numero di podi .
Dopo aver perso anche Patrick Favre, assoldato dalla Francia, nell’estate 2018 l’Italia del biathlon era stata costretta a rinnovare i suoi quadri tecnici . Oggi, supervisionati dal d.t. Fabrizio Curtaz , in Nazionale lavorano Andreas Zingerle, Andrea Zattoni, Klaus Hoellrigl e Nicola Pozzi. Gi uomini dietro il piccolo segreto della motivazione extra di Calamity Jane, trasformata dalla stagione scorsa: «Abbiamo voluto dimostrare che non avevamo bisogno di loro».
Non mi è chiara la relazione tra il trucco e il segreto del suo successo atletico ma va bene uguale
Lasciate perdere il biathlon. Non ne capite niente.
Il trucco è evidentemente una qualità fondamentale per un'atleta, proprio quello che volevamo sapere grazie per il servizio
Brava bella italiana
Prossima Bond girl. Nome compreso.
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