Dopo la pubblicità con l’aereo, ora arriva quella con il satellite - La Stampa

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Un progetto di un’azienda torinese che guarda anche all’ecosostenibilità dello spazio.

Un progetto di un’azienda torinese che guarda anche all’ecosostenibilità dello spazioTORINO. Dall'8 febbraio 2018 un'auto"Tesla" con a bordo un manichino è in viaggio verso Marte. L'aveva messa in cima al razzo"Falcon Heavy", al suo debutto spaziale, Elon Musk, fondatore e titolare della compagnia"Space X".

Un'opportunità commerciale che intende offrire alle imprese un contesto pubblicitario innovativo per ottenere la più alta visibilità possibile a favore di prodotti e servizi. L’inedito spazio pubblicitario permette di lanciare il proprio prodotto e il proprio brand a oltre 800 km d’altitudine, in totale assenza di gravità, con il più grande sfondo immaginabile: il pianeta Terra.

In realtà la pubblicità spaziale, Elon Musk a parte, ha già alcuni precedenti. Nel 2001 Pizza Hut fece inviare una pizza sulla Stazione Spaziale, gustata dal cosmonauta Usachov, e un anno prima il razzo russo Proton fu decorato con la scritta del prodotto. Costo: 1 milione di euro.

 

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