E' quanto si legge nella motivazione della sentenza con cui lo scorso 27 gennaio la Corte ha confermato l'assoluzione in via definitiva di Stefano Binda, accusato dell'omicidio di Lidia Macchi, 21enne uccisa nel gennaio 1987I giudici d'appello hanno verificato la "certezza fattuale di ogni singolo elemento addotto dall'accusa", per arrivare "con logicità e congruenza di argomenti alla conclusione che i dati indiziari non hanno alcun grado di certezza in...
presunzioni e congetture". Lo scrive la Cassazione nella motivazione della sentenza con cuiha confermato l'assoluzione in via definitiva di Stefano Binda, accusato dell'omicidio di Lidia Macchi, ragazza di 21 anni uccisa con 29 coltellate nel gennaio 1987 e il cui corpo è stato ritrovato in un bosco a Cittiglio del Varesotto. Omicidio rimasto irrisolto.Binda era stato arrestato nel gennaio 2016 e nel 2018, in primo grado, condannato all'ergastolo.
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